Ivaldi: un nome comune per il piccolo paese di Toleto
Giacomo (in onore del Santo Patrono) e Pietro sono senza dubbio i nomi che ricorrono maggiormente nei libri dei battesimi della Chiesa di San Giacomo Maggiore ed Ivaldi è sicuramente il cognome più diffuso.
Ai tempi del Muto, Toleto si presenta come un piccolo paese di origine contadina, composto da poche famiglie, parte delle quali residenti intorno alla chiesa, e un numero piuttosto importante risiedono in località Abasse, sulla strada che porta alla frazione Piancastagna. Non esistono dati certi per la nascita della borgata ma l’unica cosa tangibile è la data iscritta su una pietra posta dietro l’abside della chiesa con inciso l’anno 1440. L’altare Maggiore, dedicato a San Giacomo Maggiore, fratello di San Giovanni Evangelista, risale all’inizio del Settecento, essendo visibilmente opera della stessa mano che ha costruito quelli del Santuario della Madonna della Pieve. Nella chiesa sono presenti un crocefisso professionale settecentesco di pregevole ma ignota fattura ed un quadro della Beata Vergine di Crea attribuito a Giovanni Monevi di Visone (seconda metà del seicento). Di un certo interesse storico è il pulpito, anch’esso settecentesco interamente in legno.
Perché non vi sono affreschi del Muto nella chiesa di Toleto?
Si può trovare una risposta nel saggio di Enrico Ivaldi e Luca Sarpero, pubblicato sulla rivista ITER n° 15, pp. 66-81 dal titolo:
Il paese del Muto: vita a Toleto nell'Ottocento contadino
Nel maggio del 2005, la piazza di Toleto è stata dedicata al pittore Pietro Ivaldi.
Negli anni successivi sono stati installati dei cartelli sulle strade del comune di Ponzone per segnalare il paese natio del Muto.